Ventura Emma (Ema dei ciuci)
Mi accoglie nella sua casa in Via Cave la figlia adottiva Silvana. Le chiedo di raccontarmi la storia di Emma, raro esempio di donna imprenditrice.
Nasce nel 1894. Da bambina abitava al Basso Isonzo, ma siccome ad ogni temporale finivano sott' acqua, si trasferiscono al borgo di Brusegana.
Arriva alle Cave nel 1930. Inizia a costruire la sua prima casa in Via Lioy (dove ora vive la figlia della sig.ra Sivana) e apre il negozietto dove inizia a vendere dolciumi (da qui il nome che la caretterizzerà per sempre "eà Ema dei ciuci". La figlia Sivana mi racconta che che ancora oggi è conosciuta non con il suo vero nome ma come "eà fioła dea Ema dei ciuci". Amplia presto la tabella merceologica con la vendita di chincaglierie, mercerie, cartoleria e addirittura legna e carbone.
Il suo sogno è comunque di aprire il negozio in Via Cave per avere più visibilità. Il marito è contrario perchè, a suo dire, in Via Cave ci sarebbe stato troppo rumore!. Costruisce la casa in Via Cave, tuttora esistente (il negozio di Emma è ora lo studio del geom. Pege). Ironia della sorte, il marito di Emma muore in Via delle Cave il 13 giugno 1941 travolto da un carretto trainato da un cavallo, che trasportava materiale edile per le costruende caserme Pierobon e Romagnoli.
Il suo negozietto è un vero bazar. Si trova di tutto: dalle palline di terracotta e vetro, ai quaderni per la scuola, al "castanacio" che si aspirava con i cordoni di liquirizia, alle figurine, alla Cibalgina contro il mal di testa.
La sig.ra Silvana si sposa nel 1964 con un funzionario del ministero di Grazia e Giustizia e segue il marito a Tivoli dove abitava la sua famiglia. Dura la battaglia per convincere Emma a seguirla in Lazio, ma alla fine Emma abbandona le Cave e l'attività. Muore a Tivoli nel 1978 all'età di 84 anni.
Silvana rimasta vedova, torna alle Cave nella casa dove abita tuttora, riportando a Padova anche i resti di Emma.