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La Guerra
Chiesa di Cave
Lo sviluppo urdanistico
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Il Canale Brentella
Altra opera di antica data che caratterizza e
delimita ad ovest il territorio delle Cave è il Canale Brentella,
che dà anche il nome al Quartiere.
Opera idraulica che, dai Colmelloni di Limena, dove intercetta le
acque del Brenta, alla "Sacca delle terre depresse" (l'antico
Palù di Brusegana) dove si immette nel Bacchiglione, il canale
misura km. 10,800 di lunghezza.
Le note che seguono sono
state tratte dal bellissimo libro:
Il Quartiere Brentella: la Città di Padova
oltre le mura occidentali a
cura di Claudio Grandis.
Le origini
La storia medioevale del territorio
padovano è costellata da innumerevoli episodi bellici. Battaglie,
scontri armati, devastazioni, incendi e violenze si sono succeduti
con ritmo costante per secoli ... le operazioni militari, la continua
ricerca di una strategia vincente, la difesa delle zone conquistate,
finirono col segnare profondamente il paesaggio, le città
principali e i centri minori ... con la costruzione di mura elevate
(come quelle di Padova o quelle di Cittadella, Este, Monselice e
Montagnana) e l'innalzamento di un vasto compionario di torri e
castelli di varie dimensioni in quasi ogni villaggio del padovano
...
Accanto a queste costruzioni, sorte con
funzioni di difesa e di controllo, altre testimonianze documentano
lo sforzo militare e strategico profuso in secoli di contrasti e
guerre.E'
il caso delle strade, come per esempio la "Pelosa" o la
Via per Bovolenta, antichi percorsi riattati e riprofilati in epoca
medievale (XIII sec.) con la funzione di colle-gare rapidamente il
centro di Padova con Montegalda e Bovolenta, sedi di importanti
fortilizi; il primo lungo il corso del Bacchiglione a guardia del
confine vicentino e il secondo alla confluenza del canale Vigenzone-Cagnola
con il Bacchiglione sulla rotta fluviale per Venezia.
A generare questi ed analoghi interventi
di carattere strategico e militare hanno contribuito le condizioni
geografiche dell' area padovana, caratterizzata da un'estesa pianura
profondamente segnata da una fitta ragnatela di corsi d'acqua. In
questa cornice vitale importanza ha pertanto rivestito per l'intero
abitato cittadino la presenza del Bacchiglione.
Oltre a costituire l'asse portante
della rete di comunicazioni e di trasporto di persone, merci, truppe
militari.. ha costituito anche la principale fonte energetica in
grado di azionare i preziosi impianti di trasformazione e lavorazione
deimetalli e del legno, come i mulini, i magli, le segherie e i folli
da panni.
Agli albori del XIV secolo il Comune padovano
era massicciamente impegnato in una sanguinosa lotta per il controllo
dei vicini comuni di Vicenza e Verona.
Gli scaligeri veronesi, oltre
ad infierire militarmente, spesso compivano anche un'efficace azione
strategica tesa a dissuadere i padovani dal continuare lo scontro
militare deviando, in località Longare nel canale Bisatto,
le acque del Bacchiglione, riducendone così la portata.
Oltre a impedire la navigazione, la deviazione
delle acque provocava il blocco energetico degli opifici al punto
da costringere i padovani a replicare con l'escavo del canale Brentella,
dal castello di Limena alle Basse di Brusegana, per convogliare
l'acqua del Brenta, sufficiente a compensare quella sottratta a Longare.
La vera storia delle nascita del canale
Siamo nel
1314, pochi anni dopo (1318) il comune cittadino consegnerà
Padova nelle mani della signoria carrarese. E' difficile tuttavia
stabilire fino a che punto lo scavo del canale possa essere considerato
un intervento ex-novo e fino a che punto, invece, un allargamento,
un adattamento, una rettifica di corsi d'acqua preesistenti o, meglio
ancora, una semplice incisione della riva destra del Brenta creata
per convogliare una cospicua quantità d'acqua entro i larghi fossati posti a meridione, come il Munegale,
la Storta e il Riale ..
Dall'analisi dei singoli documenti emerge
un panorama territoriale, ove il canale Brentella, con argini e
ponti, già dalla metà del XIII secolo appare un sicuro
caposaldo di riferimento per la minuziosa descrizione confinaria
di immobili e appezzamenti agricoli.
Relativamente all'area occidentale
di Brusegana e di Brentelle di Sopra, quest' ultima meglio nota
in passato con il toponimo Torniego o Turniago, esiste una discreta
sequenza di atti notarili (compravendite, contratti di livello e
catastici delle proprietà monastiche) ben anteriori al 1314,
attestante i toponimi Brentella, Brentelle, riferiti sia ad un corso
d'acqua, sia ad un ponte, che ad argini e terragli.
Significativo poi appare il silenzio
delle fonti notarili sulle operazioni di scavo: nei contratti di
livello del monastero di Praglia stipulati fra il 1310 e il 1317
non si accenna ad alcuna modifica territoriale nella zona di Brusegana.
La presenza di alcuni importanti scoli
serpeggianti nelle campagne ad ovest dell'odierno canale, e diventati
affluenti dopo la sua apertura, lasciano dunque supporre che lo
scavo dell'importante asta fluviale sia stato operato integralmente
solo per alcuni tratti, poiché altri segmenti appaiono ricavati
da alvei preesistenti, probabilmente con operazioni di rettifica
ed allargamento.
Non si spiegherebbero diversamente alcune piccole
anse e altre deformazioni che l'alveo del Brentella presenta in
più punti del percorso, come la parte terminale che disegna
una sinuosa curva sui bassi terreni di Brusegana.
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Il Canale Brentella nei secoli
La "sorgente artificiale" del canale Brentella, cioè la derivazione in destra Brenta è stata l'opera idraulica che più di ogni altra ha minato la sicurezza dell'intero territorio occidentale di Padova. Il taglio operato per deviare una parte delle acque del grande fiume, si è sempre dimostrato insufficiente a trattenere l'urto delle piene, meglio conosciute con l'espressione di "brentane", quando non è stato addirittura travolto dall'irruenza delle stesse.
L'opera di maggior rilievo collocata sul canale è costituita dai Colmelloni di Limena, solidi pilastri in muratura piantati all'interno dell'alveo con la funzione di controllare regolare la bocca d'accesso delle acque che dal Brenta si immettono nel canale, (così come ancor oggi attraverso un'opera idraulica diversa, il Sostegno Superiore-nella foto)
regolando la quantità d'acqua da immettere nel Brentella, evitando l'erosione delle rive ed il conseguente crollo dei manufatti piantati nell'alveo del canale. Non va dimenticato infatti che nell'angolo sud-occidentale formato dal Brenta con il Brentella fino alla metà inoltrata del XVI secolo s'innalzava il castello di Limena, crollato proprio in seguito alla lenta erosione delle fondazioni provocata dalle acque del Brenta.
Nel corso del secolo XVIII, nei tecnici veneziani si diffuse la convinzione che la costruzione del Canale Brentella, e in particolare la difficoltà di regolarne la portata, erano all'origine del dissesto idraulico che da tempo tormentava la città patavina. L'alterazione della portata del Bacchiglione provocata dall'aggiunta delle acque del Brenta condotte attraverso il Brentella, era ricondotta all'infelice costruzione del canale che, se appariva indiscutibilmente utile alla navigazione interna, altrettanto non lo era per il delicato equilibrio del complesso nodo idraulico che avvolge la città. Del canale Brentella la storia padovana registra sopratutto gli interventi di riparazione conseguenti alle periodiche alluvioni. Gli allagamenti, sovente chiamati con il generico nome di "rotte", provocavano danni sopratutto alle colture agricole. Merita un doveroso ricordo l'alluvione del 1882, la più famosa dell'era contemporanea, per le gravissime conseguenze provocate all'assetto idraulico di buona parte della provincia di Padova.
All'inizi del Novecento altre alluvioni (1905-1911) interessarono il quartiere, così come quella del 1928; tuttavia la più grave resta quella del 1966, ancora ben viva nel ricordo della popolazione locale più anziana. Nell'occasione l'acqua raggiunse la sommità degli argini e solo il tempestivo intervento della popolazione evitò danni disastrosi; i terreni più bassi attraversati dagli scoli affluenti del Brentella vennero invece allagati, come pure alcune abitazioni poste in prossimità degli scoli stessi.
L'innondazione lesionò irreparabilmente il ponte di Brentelle di Sotto, imponendone la totale ricostruzione avvenuta nella primavera del 1968, dopo una ridda di polemiche per la lentezza impiegata.
L'irregolarità e l'instabilità delle acque non furono i soli problemi che gli ammini-stratori del territorio dovettero affrontare. La presenza di ponti in legno bisognevoli di continue e costanti manutenzioni costituisce un altro capitolo di eventi ed interventi. Da una stima fatta per i secoli XVII e XVIII si può affermare che i ponti di Brentelle di Sotto e di Sopra vennero interamente ricostruiti in media ogni quarto di secolo, mentre le manutenzioni erano di fatto continue ed annuali, a volte causati dagli "incidenti" sia sopra che sotto la "carriera" (sede viabile) dei ponti stessi.
Nelle acque del Brentella scendevano periodicamente zattere di tronchi di legno provenienti dalla Valsugana e dalla Valbrenta: in gran parte erano dirette al Bassanello,il più importante centro di smistamento del legname da costruzione dell'intero territorio padovano. La vicinanza delle "pile"(file di pali) di sostegno dei ponti, poste di norma ad una distanza di 5 metri l'una dall'altra, riducevano sensibilmente lo spazio di transito dei tronchi, tant'è che molti cozzavano o "russavano" (strisciavano) contro le "pile", scuotendole violentemente e minandone la stabilità.
La fluitazione del legname, attività cessata nella prima metà del secolo scorso, era certamente di minor rilievo rispetto alla navigazione fluviale che ha invece ricoperto, sino ad alcuni decenni or sono, una notevole importanza nel Canale Brentella per i collegamenti tra Brenta e Bacchiglione. Numerose imbarcazioni, i celebri burci, cariche di merci si servivano del canale per raggiungere Padova e Venezia, recapitando la sabbia e la ghiaia estratti dall'alveo del Brenta.
La navigabilità del Brentella, la sua posizione al limite occidentale della città, la facilità di accesso, seppure ai margini della "campagna" cittadina, sono le ragioni che spiegano la scelta, compiuta dal governo padovano nel secondo decennio del XVI secolo, di collocare sulla riva destra del canale il nuovo Lazzaretto per il ricovero degli appestati.
Tra i tanti eventi luttuosi un doveroso ricordo merita comunque l'alluvione del 1882, la più famosa dell'età contemporanea ...
La risistemazione degli argini fluviali,l'eliminazione di antichi manufatti di sbarramento, il rifacimento dei ponti in pietra e acciaio, la ricostruzione di numerose opere idrauliche, sono sono alcuni degli interventi promossi dal Governo Italiano negli anni immediatamente seguenti; la mole, l'ampiezza e l'entità furono tali che i lavori si protrassero fino allo scoppio della prima guerra mondiale.
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