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Strada Pelosa
  
Strada che "taglia" orizzontalmente il territorio delle Cave da Est ad Ovest, è sicuramente l'infrastruttura viaria più antica che marca il nostro territorio e le cui origini si perdono nei secoli.

  Le note che seguono sono state tratte dal libro:
Il Quartiere Brentella la Città di Padova oltre le mura occidentali
a cura di Claudio Grandis.

Le origini
  La nascita della Strada Pelosa viene fatta risalire alla Padova romana, quale naturale prosecuzione di un preciso asse viario che ha origine da Via Tadi, dal cuore religioso -il Duomo- della Padova cristiana, supera il tronco maestro del Bacchiglione con il Ponte TadiPonte Tadiprosegue con Via S. Prosdocimo per continuare, dopo l'omonima breccia, lungo Via Palestro. Secondo alcuni studiosi, l'asse Tadi-S.Prosdocimo-Palestro costituisce il decumano dell'antica maglia dell'abitato cittadino. Il tracciato presenta la sua naturale prosecuzione verso est, nelle Vie Manin, Piazza delle Erbe, S.Canziano, S. Francesco; quest'ultimo tratto supera l'antico Naviglio Interno, oggi Riviera dei Ponti Romani, col ponte di S.Lorenzo (quello visibile nel sottopassaggio di Piazza Antenore).
 
Il primo documento che fa riferimento alla Strada Pelosa, è del 1265, ma la menziona non come Pelosa bensì con l'appellativo di stratam sancti Prosdocimi usque ad Montegaldam (strada di S.Prosdocimo fino a Montegalda).
A partire dal 1323, invece, altre testimonianze scritte la identificano con la nuova etichetta, cioè "stratam Sancti Prosdocimi que appellatur Strata Pellosa" (la strada di S.Prosdocimo che è chiamata Strada Pelosa).
  Val la pena di ricordare che il monastero di S.Prosdocimo è oggi adibito a magazzino militare e si trova ancora all'angolo tra via S.Prosdo-cimo e Via N. Orsini. In tempi recenti è stata recuperata l'antica chiesaDuomo dei Militari  e trasformata in Duomo dei Militari.
Montegalda va ricordata per essere una antichissima pieve confinaria, cioè una chiesa posta ai limiti della Diocesi di Padova, nonché sede di una importante fortezza elevata nel 1176 dal Comune di Padova a difesa del territorio circostante.

La nascita della "contrà Stada Pelosa"
  Dalla seconda metà del XIII secolo la Strada Pelosa diventa linea di confine, tracciato viario e infrastruttura certificata del Comune di Padova. Lungo il suo percorso cominciano a formarsi piccoli agglomerati di abitazioni; le terre incolte e boschive vengono messe a coltura; il dissodamento di ampie macchie boschive apre nuovi orizzonti alle colture ed al prato.
  A partire dal primo Trecento, lungo la "Stratam Sancti Prosdocimi", nel tratto compreso tra le mura medioevali ed il canale Brentella si trovano testimonianze del lento ma inarrestabile popolamento della zona.
  Scorrendo le microschede compilate dal defunto padre del Santo, Antonio Sartori, ci si può rendere conto della genesi delle contrada.
Nel 1315 i monaci di Praglia, proprietari di un vasto latifondo nella zona di Brusegana, affittano alle monache di S.Prosdocimo, un appezza-mento di terra posto in località Ronchiegi (toponimo originato da roncare, cioè disbo-scare), confinante a mezzogiorno con la via comune che tende a Montegalda e a tramontana con la via pubblica che tende a Vicenza. Nel 1322, invece, è ricordato un fazzoletto di terra posto in Brusegana, confinante a mezzogiorno con la via nuova di S.Prosdocimo. Nel 1330, un terreno coltivato in contrada Vietta e Ponteselli, delimitato a mattina dalla via comune (l'odierna Via Cave)che da Brusegana conduce alla strada Pelosa,Antica stampa di Brentelle di Sotto  lambisce a mezzogiorno la strada pubblica che da Brusegana va a Padova (l'antica Via Montanara, oggi Strada dei Colli) e a sera l'altra via pubblica chiamata strata Pelosa.
Risale al 1347 una delle prime atte-stazioni della contrada Strata Pilloxae, posta extra (fuori) S.Giovanni. Il documento in particolare ricorda un certo Leonardo cheracatore (carrettiere), testimone ad un rogito del notaio F.Filaroli, abitante della contrada.
  Nel 1424 sono tre i testimoni abitanti della contrata stratae Piloxae che compaiono in un atto notarile steso nel cortile di Natale del fu Martino, in un'abitazione situata proprio nella medesima contrada.
   Alla luce di queste note si può affermare che già nel trecento, l'età dei Carraresi, a cavallo del-la Strada Pelosa, tra Padova ed il canale Bren-tella, prese forma e si sviluppò un abitato, che traeva il proprio nome dalla strada che lo attraversava. Una contrada che in parte si identificava anche con Vietta (l'odierna Chiesanuova) alla cui giurisdizione parrocchiale appartenne sempre la contrada della Strada Pelosa.

Le condizioni di vita
   Nel 1545, di fronte ai rettori della città fu prodotta e letta una vibrata protesta della "fraglia dei boari", una delle tante associazioni di mestiere operanti in città. La protesta era generata dall'aggravio delle condizioni di lavoro dei membri della fraglia.
La protesta, tra l'altro, descrive le misere condizioni di vita cui erano sottoposti gli abitanti appena fuori delle mura veneziane. I poveri et fidelissimi subditti a causa dei danni patiti in tempo delle guerre et per la spianata fatta circumcirca la città avevano praticamente perso tutto.  A causa delle mura, affermavano i supplicanti, le nostre case de muro et di paglia furono ruinate, le pietre poste nelli bastioni, legnami et altro portati via da soldati, et de li più campi per noi lavorati , che erano piantadi et vignadi, erano ora senza arbori et vigne per cui dovevamo ogni anno comprar legne et vino in causa che sempre -concludevano i boari- resteremo in povertà.  Il documento ci presenta le vere condizioni di vita di molte famiglie e ci fa riflettere su quello che realmente fu il deserto (chiamato in seguito Guasto, Spianà) creato tutt'attorno alla nuova cortina muraria per circa un chilometro e mezzo.Mura Veneziane
Nella stessa supplica, ad un certo punto si evidenzia che le ville dentro delli termini non sono vintiotto bensì solamente desesette. Una contestazione apparentemente irrilevante ma che ci consente di conoscere le ventotto ville dei termini contestate. Si deve preci-sare che con l'espressione ville in passato si indicavano i villaggi, gli abitati, gli agglomerati edilizi che godevano di un formale e pubblico riconoscimento.
  Tornando al documento .., per l'area che ci interessa, troviamo ... le ville Ponterotto, Larzere, Brentelle di Sopra, Strà Pelosa, Volta de Brusegana e Brusegana.   Quell'insediamento di modeste abitazioni, sparute case e casoni abitati da umili contadini che fa la sua comparsa tra il XIV ed il XV secolo, alla metà del Cinquecento è assunto al rango di villaggio.
   Un proclama a stampa del Capitano di Padova Lunardo Pesaro dell' 8 dicembre 1753 -quindi duecento anni dopo- elencando i villaggi obbligati a concorrere alla riparazione dei colmelloni di Limena danneggiati dalle piene del Brenta, inserisce nella lista Stra Pelosa, parificandola a località ben più note come Tencarola e Brusegana.
   E Strà Pelosa conserva i connotati di villaggio fino all'alba del XIX secolo, quando il nuovo disegno amministrativo imposto dalle riforme napoleoniche, porta alla nascita degli odierni comuni.
   Nell'occasione tante piccole località, pur mantenendo la propria identità geografico-abitativa, vengono relegate al semplice ruolo di contrade, frazioni, località, sovrastate dai nuovi comuni capoluogo.
  Nel nostro caso assistiamo pure alla scomparsa del toponimo, che nei primi decenni di questo secolo viene sostituito dall'odierno Cave, a seguito dell'intensa estrazione di terra argillosa per la produzione di laterizi e per la costruzione dei cavalcaferrovia di Chiesanuova e Brrusegana. (Ndr: la zona ora occupata dal deposito di materiale edile GiElle e dal quartiere delle case del Comune, ma da tutti i Cavesi nota come "ea vae").

L'odonimo (nome proprio) della Strada Pelosa    
La discussione sull'origine del nome Pelosa oscillava tra due opposte tesi:
    - nome derivato dalla peluria delle erbe palustri, cresciute lungo la banchina stradale, particolarmente nei secoli del presunto abbandono;
    - nome attribuito dalla popolazione locale per la diffusa presenza  di lana (pelo) lasciato dalle pecore sugli arbusti e rovi cresciuti ai  lati  della strada.

  Entrambe le spiegazioni sono state recentemente soppiantate da una nuova, più recente e convincente interpretazione etimologica. Prendendo lo spunto dalla diffusa presenza del nome Pelosa in varie province italiane, il prof. Settia ha prese in esame la ricca documentazione medioevale che si occupa della manutenzione delle strade, rilevando l'impiego diffuso del verbo lapilosare, dal sostantivo latino lapidosus, equiva-lente all'italiano ghiaioso.
  In altre parole, con il verbo lapilosare s'intendeva l'operazione dell'inghiaiatura delle strade, operazione che si compie ancora oggi sulle così dette strade bianche. Col passare dei secoli e l'abbandono del latino il verbo lapilosa è diventato l'italiano la-pilosa, trasformando le prime due lettere (la) in articolo determinativo e le restanti in nome: Pelosa.

Conclusione
  La nostra strada Pelosa, ricostruita verosimilmente nel 1265 sui lacerti di un antico tracciato di età antica, assunse tale nome in seguito, agli inizi del XIV secolo, visto che prima di quella data veniva nominata una Strada nuova detta di S. Prosdocimo.
   E' lecito pensare che solo in un momento successivo il parziale abbandono, sia nato il nome che ancora la contraddistingue.
  La costruzione della ferrovia Padova-Bologna (1866) e la più recente costruzione della tangenziale (Corso Australia), hanno relegato l'antica via ad un ruolo decisamente marginale nel quadro della rete viaria cittadina e provinciale.
  Eppure attorno a questa importante arteria sono stati recuperati alla coltivazione terreni inselvatichiti, boschivi e paludosi; si sono insediate famiglie di coloni; eretti edifici, prima di fango e paglia e poi di pietra, dando così vita ad un autonomo villaggio, oggi divenuto un vero e proprio quartiere, a dimostrazione di come, a ridosso di una strada, i secoli, ancora una volta, abbiano saputo sedimentare storia e memoria.